Elenco blog personale

martedì 23 dicembre 2014

"Sono sopraffatto dall'amore che sento per l'uomo"

 


"Sono sopraffatto dall'amore che sento per l'uomo".

In un mondo segnato fortemente dall'oblio dell'altro
Dio, perché nasci ancora?
Perché Tu Creatore, ti fai creatura,
quando l’uomo, tua creatura, vuole frasi creatore?
Perché, Tu pieghi il cielo e scendi
quando la terra vuole innalzarsi non fino a te ma oltre Te?
Dio, perché nasci ancora,
sapendo che ancora morirai?
Perché ti fai uno di noi
e come noi,
quando noi
non vogliamo essere come Te?
Dio, perché nasci ancora?

Io nasco ancora
e sempre nascerò
perché sono sopraffatto dall’amore
che sento per l’uomo.
So che ancora
sarò rifiutato,
incompreso,
strumentalizzato,
e, alla fine, messo a morte,
ma la causa di tutto questo,
è l’amore.
Si può uccidere Dio,
ma non si può uccidere l’Amore.
Io nasco ancora perché, in un mondo
segnato fortemente dall’oblio dell’altro,
io, Dio, non dimentico mai l’uomo,
Sappi che l’uomo, ogni uomo,
è il perché del mio essere Dio.
Grazie Dio, io sono uomo.

Gerry Acri

martedì 25 novembre 2014

Woman



(foto made)

“Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: 
In piedi Signori, davanti a una Donna!”
William Shakespeare

giovedì 13 novembre 2014

Ho sognato di volare

 
(foto made)

Ho sognato di volare
tante volte in una
una volta in tante,
leggera sopra i tetti
con un sospiro di gioia nera
posandomi sui cornicioni
seduta in bilico su un comignolo
quanto quanto quanto
ho camminato sulle vie
ariose dell’orizzonte
fra nuvole salate e raggi di sole
un gabbiano dal becco aguzzo
un passero dalle piume amare
erano le sole compagnie
di una coscienza addormentata
vorrei saper volare
ancora in sogno ancora,
come una rondine,
da una tegola all’altra
e poi sputare sulle teste
dei passanti e ridere
della loro sorpresa, piove?
O sono lacrime di un Dio ammalato?
Volo ancora, ma nelle tregue del sonno
il piede non più leggero
scivola via, una mano si aggrappa
alla grondaia che scappa
vorrei volando volare
e riempire di allegrie
le spine del buio.

Dacia Maraini

martedì 21 ottobre 2014

Nummeri

NUMMERI

- Conterò poco, è vero:
- diceva l'Uno ar Zero -
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
lo, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.
 

 Trilussa  1944

ma sarebbe meglio......un Libertà-ngo!!!!


venerdì 10 ottobre 2014

Un'anima e tre ali



 

(foto made)


Oltrepassa, oltresalta,
Oltrevola, oltre – ciò che vuoi –
Ma liberati: come sasso dalla fionda,
Come stella, caduta nella notte…
Ti sei smarrito – adesso cerca…
Dio sa che cosa borbotti,
Cercando le lenti o le chiavi.

Vladislav Chodasevic

sabato 13 settembre 2014

Desiderio futuro o meglio presente

 "Penso che la cosa più eccitante, creativa e fiduciosa nell'azione umana sia precisamente il disaccordo, lo scontro tra diverse opinioni, tra diverse visioni del giusto, dell'ingiusto, e così via. Nell'idea dell'armonia e del consenso universale, c'è un odore davvero spiacevole di tendenze totalitarie, rendere tutti uniformi, rendere tutti uguali". 

Zygmunt Bauman

(foto made)

.....altrimenti faremo la fine di queste sedie.....faremo 'accomodare' tutti nel nostro cervello e non avremo alcuna espressione sul nostro volto!!!

 

mercoledì 30 luglio 2014

Song for Palestine


 We shall overcome.
We shall overcome
.
We shall overcome some day
.
Deep in my heart

I do believe
.
That we shall overcome

Someday.
And we’ll walk hand in hand,
we’ll walk hand in hand,
we’ll walk hand in hand one day.
Deep in my heart,
I do believe.
That we will walk hand in hand,
One day.
And we’ll break down the prison walls.
We will tear down those prison walls.
Together we will tear down the prison walls on that day.
Deep in my heart,
I do believe.
That we will tear down all those prison walls,
on that day.
Deep in my heart,
I do believe.
That we will tear down those prison walls,
on that day.
And the truth will set us free,
The truth will set us free,
The truth will set us all free,
On that day.
And, deep in my heart,
I do believe.
That the truth will set us all free.
And we shall overcome,
On that day.

venerdì 30 maggio 2014

Ti auguro di vivere

(foto made)

Ti auguro di vivere
senza lasciarti comprare dal denaro.
Ti auguro di vivere
senza marca, senza etichetta,
senza distinzione,
senza altro nome
che quello di uomo.
Ti auguro di vivere
senza rendere nessuno tua vittima.
Ti auguro di vivere
senza sospettare o condannare
nemmeno a fior di labbra.
Ti auguro di vivere in un mondo
dove ognuno abbia il diritto
di diventare tuo fratello
e farsi tuo prossimo.

  
Jean Debruynne

mercoledì 30 aprile 2014

Parlo fin troppo

(foto made)

Parlo tanto, fin troppo, ma ci sono momenti che rimango in silenzio ad ascoltarmi.                           È in quei momenti che fabbrico i miei pensieri più veri, mentre cammino per le strade, osservando la gente che passa, ascoltando i discorsi, a volte assurdi, di alcune persone o assaporando il sole che mi scalda dentro.
Amo ridere, giocare.
Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa, mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore.                                                                         È bello aver la pelle d’oca, significa che stai vivendo.

(Josè Saramago)

venerdì 18 aprile 2014

Via Crucis

  


Padre mio, mi sono affezionato alla terra
quanto non avrei creduto.
È bella e terribile la terra.
Io ci sono nato quasi di nascosto,
ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
Mi sono affezionato alle sue strade,
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti,
le vigne, perfino i deserti.
È solo una stazione per il figlio Tuo la terra
ma ora mi addolora lasciarla
e perfino questi uomini e le loro occupazioni,
le loro case e i loro ricoveri
mi dà pena doverli abbandonare.
Il cuore umano è pieno di contraddizioni
ma neppure un istante mi sono allontanato da te.
Ti ho portato perfino dove sembrava che non fossi
o avessi dimenticato di essere stato.
La vita sulla terra è dolorosa,
ma è anche gioiosa: mi sovvengono
i piccoli dell’uomo, gli alberi e gli animali.
Mancano oggi qui su questo poggio che chiamano Calvario.
Congedarmi mi dà angoscia più del giusto.
Sono stato troppo uomo tra gli uomini o troppo poco?
Il terrestre l’ho fatto troppo mio o l’ho rifuggito?
La nostalgia di te è stata continua e forte,
tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna.
Padre, non giudicarlo
questo mio parlarti umano quasi delirante,
accoglilo come un desiderio d’amore,
non guardare alla sua insensatezza.
Sono venuto sulla terra per fare la tua volontà
eppure talvolta l’ho discussa.
Sii indulgente con la mia debolezza, te ne prego.
Quando saremo in cielo ricongiunti
sarà stata una prova grande
ed essa non si perde nella memoria dell’eternità.
Ma da questo stato umano d’abiezione
vengo ora a te, comprendimi, nella mia debolezza.
Mi afferrano, mi alzano alla croce piantata sulla collina,
ahi, Padre, mi inchiodano le mani e i piedi.
Qui termina veramente il cammino.
Il debito dell’iniquità è pagato all’iniquità.
Ma tu sai questo mistero. Tu solo.


Mario Luzi

lunedì 31 marzo 2014

Silenzio


(foto made)

Poi arriva il momento del silenzio
Quello che non si sazia con le frasi
Quello che non si nutre con i pensieri

Arriva il momento del silenzio
Dove il caos del mondo è un eco in lontananza
Dove il dolore versa lacrime nella valle
E l’anima lo ascolta e impara

Arriva il momento del silenzio
Perché il combattimento ti ha indebolito
E perché la brama di potere ti ha indurito

Arriva il momento del silenzio
Perché è il tuo cuore che lo chiede
Dopo aver ascoltato l’urlo dell’anima
Che vuole soltanto un poco di attenzione

Arriva il momento del silenzio
Quando vuoi osservare senza occhi
Quando vuoi sentire senza orecchi
E senti di aver bisogno di un poco di leggerezza
Senza tempo né spazio
Per cercare il sentiero verso quel luogo
Magico e fatato dove
La vastità di pensiero si fonde con il mistero
Dove nel silenzio ti rimpossessi di te stesso
Proprio laggiù dove il vero è il silenzio degli umili
Oppure la semplicità dei semplici.


Ishak Alioui

sabato 8 marzo 2014

Inno alla Donna



Stupenda
immacolata fortuna
per te tutte le creature
del regno
si sono aperte
e tu sei diventata la regina
delle nostre ombre
per te gli uomini
hanno preso
innumerevoli voli
creato l’alveare del
pensiero
per te donna è sorto
il mormorio dell’acqua
unica grazia
e tremi per i tuoi
incantesimi
che sono nelle tue mani
e tu hai un sogno
per ogni estate
un figlio per ogni pianto
un sospetto d’amore
per ogni capello
ora sei donna
tutto un perdono
e così come vi abita
il pensiero divino
fiorirà in segreto
attorniato
dalla tua grazia.

(Alda Merini)

venerdì 28 febbraio 2014

Vieni a trovarmi


(foto made)

Vieni a trovarmi
se puoi
fra un taxi e una telefonata
un contratto
e un’arrabbiatura
tra un giornale e una preghiera
tra un film e un aperitivo
vieni a trovarmi
finché son vivo
una mattina
una sera
scambiamoci un sacco
d’idee sbagliate
invecchiamo un’ora insieme.

Marcello Marchesi

mercoledì 19 febbraio 2014

L'eccezione e la regola


“E – vi preghiamo – quello che succede ogni giorno non trovatelo naturale. Di nulla sia detto: «è naturale» in questi tempi di sanguinoso smarrimento, ordinato disordine, pianificato arbitrio, disumana umanità, così che nulla valga come cosa immutabile.”

Bertolt Brecht , L’eccezione e la regola


domenica 2 febbraio 2014

Educare

 
(foto made)

Condanno l'ignoranza che in questo momento regna sia nelle democrazie che nei regimi totalitari. Un'ignoranza così forte, spesso così assoluta, che la si direbbe voluta dal sistema se non dal regime. Ho riflettuto spesso a quella che potrebbe essere l'educazione del bambino. Penso che ci vorrebbero delle cognizioni di base, molto semplici, per cui il bambino saprebbe di esistere in seno all'universo, su di un pianeta di cui dovrà più tardi preservare, gestire le risorse, e imparerebbe che egli dipende dall'aria, dall'acqua, da tutti gli esseri viventi, e che il minimo errore o la minima violenza rischia di distruggere ogni cosa. Imparerebbe che gli uomini si sono ammazzati fra loro in guerre che non han fatto che produrre altre guerre, e che ogni paese manipola la propria storia in modo menzognero così da lusingare il proprio orgoglio. Gli si insegnerebbe, del passato, quanto basta perché si senta collegato agli uomini che l'hanno preceduto, perché li ammiri quando meritino di esserlo, senza farsene degli idoli; né si trascurerebbe l'insegnamento del presente o di un ipotetico futuro. 
Si cercherebbe di familiarizzarlo con i libri e le cose al tempo stesso; saprebbe il nome delle piante, conoscerebbe gli animali senza dedicarsi alle orrende vivisezioni imposte ai bambini e ai giovanissimi col pretesto della biologia; imparerebbe a prestare le prime cure ai feriti; la sua educazione sessuale comprenderebbe la presenza a un parto, l'educazione mentale, la vista dei malati gravi e dei morti. (…) Gli si insegnerebbe ad amare il lavoro quando il lavoro è utile, e a non lasciarsi sedurre dalle falsificazioni pubblicitarie, a cominciare da quelle che gli vantano leccornie più o meno adulterate, causa di carie e diabete futuri. 
Esiste certamente un modo di parlare ai bambini di cose realmente importanti più precocemente di quanto non si faccia.

Sembra utopica e, nelle circostanze presenti, effettivamente lo è, ma ciò che è utopico non è necessariamente impossibile. Sarebbe, per la prima volta, un'educazione umana. E si potrebbe almeno tentare di indirizzarsi in quella direzione invece di correre rovinosamente nel senso contrario.

MARGUERITE YOURCENAR

domenica 19 gennaio 2014

Allegro ma non troppo



(foto made)
  
Sei bella – dico alla vita –
è impensabile più rigoglio,
più rane e più usignoli,
più formiche e più germogli.

Cerco di accattivarmela,
di blandirla, vezzeggiarla.
La saluto sempre per prima
con umile espressione.

Le taglio la strada da sinistra,
le taglio la strada da destra,
e mi innalzo nell’incanto,
e cado per lo stupore.

Quanto è di campo questo grillo,
e di bosco questo frutto –
mai l’avrei creduto
se non avessi vissuto!

Non trovo nulla – le dico –
a cui paragonarti.
Nessuno ha fatto un’altra pigna
né migliore, né peggiore.

Lodo la tua larghezza,
inventiva ed esattezza,
e cos’altro – e cosa più –
magia, stregoneria.

Mai vorrei recarti offesa,
né adirarti per dileggio.
Da centomila anni almeno
sorridendo ti corteggio.

Tiro la vita per una foglia:
si è fermata? Se n’è accorta?
Si è scordata dove corre,
almeno per una volta?

 
WISLAWA SZYMBORSKA