Elenco blog personale

mercoledì 26 gennaio 2011

martedì 25 gennaio 2011

costruire o piantare?


Ogni essere umano, nel corso della propria esistenza, può adottare due atteggiamenti: costruire o piantare. I costruttori possono passare anni impegnati nel loro compito, ma presto o tardi concludono quello che stavano facendo. Allora si fermano, e restano lì, limitati dalle loro stesse pareti. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato. Quelli che piantano soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano. Ma, al contrario di un edificio, il giardino non cessa mai di crescere. Esso richiede l'attenzione del giardiniere, ma, nello stesso tempo, gli permette di vivere come in una grande avventura.
I giardinieri sapranno sempre riconoscersi l'un l'altro, perché nella storia di ogni pianta c'è la crescita della Terra intera.
dal libro "Brida" di Paulo Coelho

giovedì 20 gennaio 2011

People please speak up!!

Parole amare e veritiere!!

"Support The Troops" is just a nice phrase for send money to keep sending us into dangerous places so some politician can sound tough ~ People please speak up! Your silence is killing me in Iraq, in Afghanistan and if you let them we'll soon be in a total massive conflict in the Middle East ~ Peyote ~ Vietnam Era Vet USCG 1967 Volunteer, Honorable Discharge

'Sostenete le Truppe' è solo una frase gentile per inviare denaro per mandarci in luoghi pericolosi in modo che alcuni politici possano sentirsi soddisfatti <Popoli per favore parlate! il vostro silenzio mi sta uccidendo in Iraq, in Afghanistan e se voi li lascerete noi saremo presto in un massiccio conflitto in Medio Oriente >Peyote - Vietnam Era Vet USCG 1967, Volontario senza alcuna onorificenza

Per me è un mistero
abbiamo un'avidità con la quale
abbiamo accettato di convivere

pensi di dover volere
più di quello di cui hai bisogno
finchè non hai tutto non sarai libero

società, sei una razza folle
spero che tu non sia sola senza di me

quando vuoi più di quello che hai,
pensi di averne bisogno
quando pensi più di quello che vuoi,
i tuoi pensieri cominciano a sanguinare

penso di dover trovare un posto più grande
perchè quando hai più di quello che pensi,
hai bisogno di più spazio

società, sei una razza folle
spero che tu non sia sola, senza di me
società, pazza e profonda
spero che tu non sia sola, senza di me

ci sono quelli che pensano,
più o meno, ma il meno è di più
ma se il meno è di più,
come fai a mantenere il punteggio?
significa che per ogni punto che fai scendi di livello
è un pò come cominciare dalla cima
non puoi farlo...

società, sei una razza folle
spero che tu non sia sola, senza di me
società, pazza e profonda
spero che tu non sia sola, senza di me

società, abbi pietà di me
spero che tu non ti arrabbierai
se non sono d'accordo
società, pazza e profonda
spero che tu non sia sola, senza di me

martedì 18 gennaio 2011

Let happiness in

I’m waiting on the empty docks
Watching the ships come in
I’m waiting for the agony to stop
Oh, let the happiness in
...
I’m watching as the gulls all settle down
Upon the empty vessels
The faded whites of their wedding gowns
The songs of hopeless selflessness

The cold december sun
A cold that blisters
The hands of a working man
Wasted

I’m waiting on the empty docks
Watching the ships roll in
I’m longing for the agony to stop
Oh, let the happiness in

Oh, let the happiness in

Listen to the waves against the rocks
I don’t know where they’ve been
I’m waiting for the skies to open up
And let the happiness in

Oh, let the happiness in

Traduzione:

Sto aspettando sui dock deserti
Guardo le navi che arrivano
Aspetto che l'angoscia finisca
Oh, che entri la felicità

Guardo i gabbiani che si adagiano
Sopra le navi vuote
I biancori sbiaditi delle loro vesti nuziali
I canti d'altruismo senza speranza

Il freddo sole di dicembre
Un freddo che brucia
Le mani di un lavoratore
Sciupate

Aspetto sui dock deserti
Guardo le navi entrare
Non vedo l'ora che l'angoscia finisca
Oh, che entri la felicità

Oh, che entri la felicità

Ascolto le onde contro gli scogli
Non so dove da dove vengano
Aspetto che i cieli si aprano
E lascino entrare la felicità

Oh che entri la felicità

lunedì 17 gennaio 2011

Sveliamo l'inganno!!!



La manipolazione mediatica ormai non ha confini. Il consenso politico e quello d’opinione è regolato attraverso ben precise strategie mediatiche che si appoggiano su 10 regole di base.  
Noam Chomsky ci aiuta a svelare l’inganno.
I temi che animano il calderone mediatico degli ultimi 15 anni sono: sicurezza, giustizia, economia, tradimento, sesso.
Un noto studioso di linguistica come Noam Chomsky ha stilato una lista di 10 regole, che vengono utilizzate per drogare le menti, ammaliandole, confondendo in loro ogni percezione, rimescolando realtà e fantasia, evidenza e costruzione illusoria. Ecco quali sono:
1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).
2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3- La strategia della gradualità
Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.
4- La strategia del differire
Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.
5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini
La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).
7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità
Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.
8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità
Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…
9- Rafforzare l’auto-colpevolezza
Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!
10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano
Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Grande Chomsky!!!e a noi....SVEGLIAAAAAAAAAAA
 
http://www.reset-italia.net/2010/11/05/ecco-come-drogano-le-nostre-menti-lo-spiega-il-neurolinguista-noam-chomsky/

giovedì 13 gennaio 2011

Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finchè dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.

Erri De Luca

martedì 11 gennaio 2011

11.1.11

 Undici uno undici!! La data di oggi!! Un palindromo perfetto!!

lunedì 3 gennaio 2011

downsizing

 

"Basta schiavitù degli oggetti. I consumi dovranno essere ridimensionati, tanto vale cominciare subito"

 

Questo è il diktat che ci arriva dagli Usa, precisamente da Dave Bruno di San Diego che nel suo manuale 'La sfida delle 100 cose' ci consiglia di ridurre il  guardaroba per poi proseguire col resto della casa.
Secondo Dave buttare i vestiti, perchè ne abbiamo tanti ci vaccina contro la tentazione di comprare ancora più di prima(addio saldi!!!) e dopo qualche mese anche le abitudini di consumatore cominceranno a cambiare.Pavlov ci diceva il contrario, e cioè che la pubblicità e l'emulazione del vicino ci spingono a comprare anche le cose superflue, invece, ora bisogna imparare a vivere con 100 cose, non una di più!

Il Washington Post di oggi  racconta di una giornata in casa della famiglia Swindlehurst, nel Minneapolis, che ha iniziato il grande gesto della catarsi: svuotare armadi, soffitte, ripostigli, cantine e garage.
Questa pratica le famiglie americane l'hanno sempre praticata, gli yard-sale, cioè la vendita sul marciapiede di casa degli oggetti di troppo, per svuotarsi del superfluo in occasione di matrimoni, traslochi, funerali. Secondo Sean Gosiewski, direttore della Alliance for Sustainability: "Ci aspettano vent'anni in cui dovremo tutti ridimensionare le nostre aspettative di consumo e adottare abitudini di vita più semplici, tanto vale cominciare subito e con lo spirito giusto".
Quindi altro che sales ma downsizing!!